La legge è legge…

A Bologna succedono strane cose

Uno) Cineversione

Due) Un presidente di quartiere: da stella rossa a star scossa

Tre) La sapete quella del poliziotto e del pattugliante…

Uno) L'incontenibile smania creativa che da un po' di tempo imperversa in una parte della magistratura bolognese ha colpito ancora. L'irresistibile tentazione a spararla sempre più grossa non accenna a dar tregua. Altre due inchieste contro le reti di movimento bolognesi, altre 86 denunce aggravate da eversione, altre 41 richieste di custodia cautelare. Nel mirino, stavolta, le pacifiche interruzioni di un consiglio comunale e di un’assemblea di quartiere. Nientemeno. Due iniziative come tante, attraverso le quali i collettivi di studenti, precari e occupanti intendevano svelare le contraddizioni dell’amministrazione cittadina sulla barbarie del CPT e sull’emergenza casa.
Procura e questura continuano quindi a dare spettacolo, trasformando in film ogni semplice iniziativa politica che voglia scalfire dal basso la gestione soffocante che Cofferati ha di questa città.

Ma la saga cinematografica di Giovagnoli & Co. comincia a peccare di monotonia. La regia è sempre quella, le trame si ripetono. E siccome noi ci teniamo che in procura vincano l’Oscar il prima possibile, così magari si decidono a cambiare hobby, abbiamo pensato di confessare un altro paio di terribili misfatti che Giovagnoli non ha ancora scoperto ma su cui non faticherà a riscontrare la minaccia eversiva. Ebbene sì, la settimana scorsa tre studenti hanno attraversato la strada col rosso, all’altezza di Porta San Vitale. Sì, col rosso! E un altro, tentato dalla ribellione e dalla clandestinità, ha annunciato che si rifiuterà di passare all'ora legale. Su, rimettete in moto la fantasia che magari stavolta al cineforum serale della Festa dell'Unità di Spaccamarone dell'Emilia (Bo) si accorgono di voi…

Due) Sprechiamo due righe pure per il sig. Riccardo Malagoli, presidente del quartiere San Donato di Rifondazione Comunista. Due ore dopo la contestazione a Merola si è recato in procura per fare prontamente i nomi di cinque compagni. Poi ha detto di sentirsi in pericolo, a causa di alcuni volantini (con cui le reti di movimento non hanno nulla a che fare) in cui si sottolinea che fare dei nomi in procura significa giocare sulla libertà personale dei coinvolti. Oggi gira sotto scorta, e dice addirittura si temere per amici e famiglia. Se proprio ci tiene a fare la star, al signor Malagoli consigliamo di cambiare genere e darsi a quello comico. In fondo, per quanto la situazione si faccia grave, lui fa ridere. E' un personaggio triste, d'accordo, ma fa ridere.

Tre) Nel frattempo, mentre le eversioni fioccano sul movimento, si viene a sapere che, in occasione della contestazione della parata militare del 2 giugno 2004, alcuni manifestanti sono stati aggrediti e malmenati da misteriose figure di “pattuglianti civici” mescolate agli agenti di polizia. Dalle perquisizioni sono saltati fuori manganelli, manette, storditori elettrici e corsi paramilitari; dai primi approfondimenti, invece, sono emersi collegamenti neofascisti e finanziamenti pubblici elargiti da Comune e Università. I pattuglianti passavano regolari rapporti alla questura e picchiavano in tutta tranquillità sotto gli occhi di agenti e funzionari. I quali, manco a dirlo, non si accorgevano di niente. Anzi: i carabinieri dicono che pensavano si trattasse di poliziotti e i poliziotti dicono che pensavano si trattasse di carabinieri. E il bello è che non è una barzelletta. Ma forse lo è quella della Questura incaricata di indagare sulle presunte coperture fornite dalla Questura. No, pure questa è vera. Tant'è che dalla Procura si affrettano a spiegare: il fatto che abbiamo detto alla Questura di indagare sulla Questura dimostra che ci fidiamo della Questura. O-lè! E poi hanno il coraggio di dire che fischiare un assessore è EVERSIVO!?

A questo punto potremmo accennare al poliziotto della questura di Bologna che poco tempo fa è finito al pronto soccorso in piena overdose da cocaina, ma a che scopo? Tanto qualcuno verrebbe subito a spiegarci che certo, in questura si sniffa normalmente, in qualche modo la roba dovranno toglierla dalle strade. E mica possono far fare tutto ai pattuglianti…

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